La vita nelle grotte

A prima vista l'ambiente delle grotte può sembrare difficile per la vita. L'oscurità, l'elevata umidità, la temperatura sono fattori abiotici. Sono, però, compensati dalla stabilità ecologica e dall'isolamento dall'estrema competizione tra le specie dell'ambiente esterno. Non stupisce, quindi, che alcune specie vi abbiano trovato rifugio.

Alcune specie vi sono capitate per caso, altre vi trovano rifugio per alcune fasi della loro vita: il letargo, la nidificazione. Sono detti troglofili (amanti delle grotte). In Bocche d'Adda sono rappresentati da una piccola colonia di pipistrelli, che vi passano i mesi del letargo, ed anche da una specie di farfalle.

Altre specie si sono talmente specializzate da non poter più vivere in altri ambienti al di fuori di quello delle grotte; sono detti troglobi. Da un punto di vista evoluzionistico una grotta può essere considerato come un'isola geografica, cioè un ambiente isolato con scarsi o nulli contatti con altri ambienti nella quale può avere inizio un processo di speciazione. Gli adattamenti degli animali cavernicoli in senso stretto (i troglobi) sono principalmente la perdita del senso della vista, la depigmentazione e l'allungamento degli arti. La maggior parte dei troglobi sono invertebrati: insetti, aracnidi, crostacei ecc.; i vertebrati sono rappresentati da pesci e anfibi.

Una ricerca biospeleologica nelle grotte dell'Alta Valtellina potrebbe dare risultati di notevole interesse naturalistico.