L'attrezzatura

In questa sede si intendono dare solo delle spiegazioni sommarie sulla tecnica e sull'attrezzatura speleologica. Per maggiori dettagli esistono manuali (vedi bibliografia ) e molti gruppi speleologici organizzano dei corsi speleologici. Per chi vuole praticare la speleologia è questa la soluzione migliore.

L'attrezzatura necessaria dipende dalle difficoltà della grotta che si intende visitare. Sempre necessario è l'impianto d'illuminazione; se piccole grotte si possono visitare con una semplice pila, grotte più complesse richiedono una soluzione più sofisticata. La soluzione migliore è l'acetilene. Consiste in una bomboletta, che si porta alla cintura. Contiene per così dire il combustibile: pezzetti di carburo sui quali gocciola l'acqua da un superiore serbatoio. Il gas così sviluppato alimenta, per il tramite di un tubo flessibile, un beccuccio montato sul casco. La luce così ottenuta è forte e diffusa, dura a lungo ed è economica. Sul casco è anche sistemata una luce elettrica d'emergenza tipo wonder. Il casco ha anche l'importante funzione di proteggere la testa. Come abbigliamento si indossa una robusta tuta generalmente in cordura (in grotte molto bagnate è in PVC), ma può bastare anche una tuta da meccanico. Se la grotta è fredda, è opportuno un sottotuta in pile. Come calzature, se nella grotta è presente dell'acqua, servono gli stivali. Completa l'equipaggiamento individuale l'imbracatura simile a quella alpinistica (con alcune differenze), che può essere necessaria in rapporto alle difficoltà della grotta. Serve per assicurarsi, per scendere e risalire sulla corda.

La corda diventa necessaria per superare tratti vicino alla verticale (pozzi). E' diversa da quelle alpinistiche che sono dinamiche e che assorbono parte dello sforzo allungandosi. La corda da speleologia ha un allungamento limitato (si dice che è statica), se sottoposta a carichi normali. La corda viene generalmente ancorata a chiodi ad espansione autoperforanti : gli spit.

Per scendere sulla corda serve un attrezzo detto discensore, anche in questo caso con delle differenze rispetto a quelli in uso in alpinismo.

Per salire sulla corda vengono impiegati degli attrezzi autobloccanti: un bloccante ventrale sistemato sull'imbracatura, sopra questo viene posizionato un altro bloccante: la maniglia alla quale è collegato un anello di cordino che costituisce una staffa sulla quale si appoggia il piede . I bloccanti possono scorrere liberamente verso l'alto, mentre si bloccano verso il basso. Spingendo alternativamente sui due bloccanti: raccolta delle gambe, distensione delle braccia e conseguente spinta verso l'alto della maniglia, distensione delle gambe raccolta delle braccia e conseguente spinta verso l'alto del ventrale, ci si innalza lungo la corda.

Come già detto per maggiori dettagli e per mettere in pratica la speleologia è opportuno contattare persone esperte e consultare pubblicazioni specializzate.